M.O.V.M. Ten. Cesare Battisti

Tenente Cesare Battisti

Tenente Cesare Battisti

Cesare Battisti nasce a Trento, allora provincia dell’Impero austro-ungarico, il 4 febbraio 1875, in un’agiata famiglia di commercianti.

Dopo aver frequentato il ginnasio a Trento, si sposta a Graz e poi a Firenze per frequentare l’università. Si laurea nel 1898 in lettere e scienze sociali con una tesi dal titolo “Il Trentino, saggio di geografia fisica e antropogeografia”, scritta sotto la guida di Giovanni Marinelli.

Si sposa il 7 agosto 1899 con Ernesta Bittanti (Cremona, 1871 – 1957), con cui ebbe tre figli: Luigi (1901 – 1946), Livia (1907 – 1978) e Camillo (1910 -).

Seguendo le orme dello zio materno, don Luigi Fogolari (condannato a morte dall’Austria per cospirazione e poi graziato), abbraccia presto gli ideali patriottici dell’irredentismo. Successivamente agli studi universitari, si occupa di studi geografici e naturalistici (fonda a Firenze la rivista “La cultura geografica” uscita per soli 10 numeri) e pubblica alcune apprezzate “Guide” di Trento e di altri centri della regione e l’importante volume “Il Trentino”. Gli studi sono oltre cento, prospettando per Battisti una brillante carriera accademica: l’interesse scientifico era però strettamente legato alla passione civile e politica.

Occupandosi di problemi sociali e politici e, alla testa del movimento socialista trentino, si batte per migliorare le condizioni di vita degli operai, per la libera Università italiana a Innsbruck e per l’autonomia del Trentino. Nel 1900 fonda, dirigendolo insieme alla moglie, il giornale socialista “Il Popolo” e quindi il settimanale illustrato “Vita Trentina”, che dirige per molti anni.

Nel 1902 è consigliere comunale a Trento e nel 1911 viene eletto rappresentante del Trentino al Reichsrat, il Parlamento viennese, in cui siede anche Alcide Degasperi. Nel 1914 diviene deputato alla Dieta di Innsbruck. I suoi interventi politici sono veri atti d’accusa nei confronti del Governo.

Il 12 agosto 1914, due settimane dopo lo scoppio della guerra tra Austria e Serbia, abbandona il territorio austriaco e ripara in Italia, dove viene raggiunto a fine agosto dalla famiglia, diventando subito un propagandista attivo per l’intervento italiano contro l’Impero austro-ungarico. Tiene numerosi comizi nelle città italiane (dal 3 ottobre 1914 al 10 aprile 1915) e pubblica articoli interventisti su giornali e riviste.

Attività militare

Il 24 maggio 1915, l’Italia entra in guerra e Battisti si arruola volontario e viene inquadrato, come soldato semplice, nel 5° Reggimento alpini, Battaglione “Edolo”, 50ª Compagnia. I primi combattimenti lo vedono impiegato in Adamello, sul Montozzo. Per il suo sprezzo del pericolo in azioni arrischiate riceve, nell’agosto del 1915, un encomio solenne. Viene trasferito ad un reparto sciatori al Passo del Tonale e successivamente, a dicembre, è nominato Sottotenente ed inviato sul Monte Baldo. Promosso, per meriti di guerra, Tenente, nei primi mesi del 1916, viene trasferito a Verona all’Ufficio Informazioni della 1ª Armata.

Con l’inizio della Strafexpedition (la spedizione punitiva austriaca), chiede ripetutamente un incarico operativo. Viene perciò inviato in Vallarsa, al Battaglione “Vicenza” del 4º Reggimento Alpini, dove comanda una Compagnia e avendo quale subalterno un altro irredento, il Sottonente Fabio Filzi, di Rovereto, ma nato a Pisino d’Istria nel 1884.

Durante una sfortunata azione nella notte tra il 9 e il 10 luglio sul Monte Corno, nel Gruppo del Pasubio, non abbandona i suoi alpini, tra cui molti erano feriti, e viene catturato assieme a Filzi e successivamente tradotto a Trento. Nonostante il nome falso sui suoi documenti, appositamente predisposti in caso di cattura dal Comando Supremo, viene riconosciuto e denunciato da un trentino: l’alfiere Bruno Franceschini.

Portato a Trento il 10 luglio 1916 insieme a Filzi, Battisti è rinchiuso nelle prigioni del Castello del Buonconsiglio. Durante il percorso numerosi gruppi di cittadini e milizie, aizzati anche dai poliziotti austriaci, lo fecero bersaglio di insulti, sputi e frasi infamanti. Il giorno successivo subisce il primo interrogatorio nell’aula del Tribunale, ricavata dal Refettorio (stua della Famea) del Magno Palazzo. Durante il processo non si abbassa mai alle scuse, né rinnega il suo operato ma ribadisce la sua piena fede all’Italia. Respinge anche l’accusa di tradimento, considerandosi a tutti gli effetti un soldato catturato in azione di guerra. In ogni caso viene condannato per alto tradimento (non era solo un cittadino dell’Impero ma anche un deputato) per aver intrapreso “tanto come istigatore che come autore diretto, azioni tendenti a distaccare dal complesso dei paesi componenti la Monarchia austro-ungarica una parte di essi“. Per tale crimine è prevista l’impiccagione, che viene eseguita nel tardo pomeriggio del 12 luglio nella Fossa del Castello, successivamente denominata dei Martiri, in omaggio a Cesare Battisti, Fabio Filzi e al giovane Damiano Chiesa, studente trentino condannato anch’egli per alto tradimento dagli Austriaci e fucilato in maggio nella stessa Fossa.

La sentenza viene eseguita dal boia Johann Lang, venuto appositamente da Vienna, e Battisti, vestito in abiti civili, affronta, con dignitosa fierezza, la morte al grido: “Viva Trento italiana! Viva l’Italia!”. Battisti e Filzi vennero lasciati appesi per tutta la notte e solo l’indomani mattina vennero sepolti senza bara in un angolo del cortile. Vennero onorati di cristiana sepoltura solo a guerra finita.

Onorificenze

A Cesare Battisti è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione:

Cesare Battisti – Tenente del 6º Reggimento alpini, Battaglione “Vicenza”, 2ª Compagnia
Medaglia d’oro al valor militare

«Esempio costante di fulgido valor militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all’attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini, fino all’estremo, finché tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando prima di esalare l’ultimo respiro: “Viva l’Italia!” e infondendo così con quel grido e col proprio, sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d’Italia.»
Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916

Dal 1935, Cesare Battisti riposa nel Mausoleo del Doss Trento, vicino al Museo delle Truppe Alpine ed il Monte Corno si chiama, ora, Monte Corno Battisti.

Fabio Filzi

Visto che il Tenente Battisti è stato condannato a morte insieme al Sottotenente Filzi, si riporta di seguito una breve biografia anche di questo Ufficiale.

Fabio Filzi, di famiglia roveretana, nel 1914 era stato arruolato nell’esercito austro-ungarico. Approfittando di un periodo di convalescenza trascorso in Trentino, fugge in Italia per arruolarsi volontario nell’Esercito Italiano.
Nel 1916 venne assegnato alla compagnia comandata dal Tenente Cesare Battisti, impegnata nella conquista del Monte Corno in Vallarsa. Catturato dagli austriaci assieme a Battisti, fu condotto a Trento, processato e condannato a morte per alto tradimento.
La sentenza fu eseguita il 12 luglio 1916 nella fossa del Castello.